Ep. 38 - Il Mistero del Black Knight Satellite: Realtà, mito o fraintendimento?

È forse uno dei misteri più affascinanti della moderna archeologia spaziale. Un oggetto scuro, irregolare, immortalato in orbita terrestre. Alcuni lo definiscono un satellite alieno. Altri una leggenda moderna. Ma cosa sappiamo davvero del cosiddetto Black Knight Satellite?
Oggi proveremo a separare realtà e leggenda su un oggetto che da decenni alimenta speculazioni e teorie alternative. Sto parlando del Black Knight Satellite, o meglio, del mistero del satellite detto “Cavaliere Nero”.
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È forse uno dei misteri più affascinanti della moderna archeologia spaziale. Un oggetto scuro, irregolare, immortalato in orbita terrestre. Alcuni lo definiscono un satellite alieno. Altri una leggenda moderna. Ma cosa sappiamo davvero del cosiddetto Black Knight Satellite?
Ciao a tutti, audaci esploratori dell’ignoto, e benvenuti a questa nuova puntata di “UFO: Primo Contatto Alieno”, il podcast dove parliamo dei misteri legati alle apparizioni degli UFO e dove diamo libero sfogo alle domande che ci portano oltre ciò che conosciamo e oltre il cielo che vediamo. Quelle domande sui fenomeni che non riusciamo ancora a spiegare, ma che neanche possiamo ignorare.
Io sono Roberto Travagliante, e oggi proveremo a separare realtà e leggenda su un oggetto che da decenni alimenta speculazioni e teorie alternative. Sto parlando del Black Knight Satellite, o meglio, del mistero del satellite detto “Cavaliere Nero”.
Il mistero del Black Knight non ha un’unica origine. Si tratta piuttosto di una sovrapposizione di episodi, spesso non collegati tra loro, che nel tempo sono stati assemblati in un'unica narrazione che ha assunto i caratteri di un vero e proprio mistero.
Iniziamo dal 1954, quando l’ufologo Donald Keyhoe affermò che la US Air Force aveva rilevato due satelliti in orbita terrestre. Si trattava di un’affermazione notevole, considerando che nessuno, all’epoca, aveva ancora messo in orbita alcun satellite. Tuttavia, non esistono prove certe che confermino quanto detto da Keyhoe.
Successivamente, nel 1960, la Marina statunitense intercettò un oggetto in orbita inclinata. Considerato il periodo di guerra fredda, come è facile intuire, per diversi giorni si pensò a un satellite spia sovietico.
Ma in realtà, venne fuori che si trattava di un pezzo del rivestimento del satellite Discoverer VIII, una missione portata avanti dagli stessi Stati Uniti. E il mistero fu risolto, anche se quell’evento finì anch’esso nel calderone del “Black Knight”.
Successivamente, il mistero del Black Knight Satellite cade nel dimenticatoio.
Ed è nel 1998 che il mito esplode. Infatti, durante la missione dello Space Shuttle Endeavour STS-88, vengono scattate alcune fotografie che ritraggono un oggetto sospeso sopra la Terra: in particolare, si tratta di un oggetto dalla forma scura, irregolare, quasi aliena.
Dobbiamo precisare subito che, a differenza di altri avvistamenti, in questo caso le immagini sono autentiche e sono state pubblicate direttamente dalla NASA. Ma cosa ritraggono? Beh, Secondo la spiegazione ufficiale, confermata dagli stessi astronauti, si tratta di una sorta di coperta termica persa durante un’attività extraveicolare da parte dell’equipaggio. La coperta riflette la luce in modo bizzarro e appare sospesa, ruotando lentamente.
Nonostante queste spiegazioni, che smonterebbero completamente l’idea di un oggetto alieno, le immagini vengono condivise ovunque. E per molti diventano la prova definitiva dell’esistenza di un satellite artificiale non umano in orbita attorno alla Terra.
Ma il mistero del Black Knight Satellite non si ferma ad un oggetto sospeso in orbita terrestre. Infatti, con il tempo, alcune teorie più suggestive hanno iniziato a collegare il Black Knight a presunti segnali radio captati da Nikola Tesla nel 1899, di origine non terrestre, secondo alcuni, nonché agli echo “long delayed” osservati da alcuni radioamatori europei negli anni ’20. Di cosa si tratta esattamente? Si tratta di un fenomeno misterioso per cui un segnale radio inviato da una fonte viene ricevuto di nuovo dopo alcuni secondi, minuti, o addirittura più tempo. Questo è un comportamento anomalo rispetto alla normale riflessione ionosferica. È stato osservato per la prima volta da radioamatori europei negli anni ’20 appunto e non ha ancora una spiegazione univoca, anche se sono state proposte diverse ipotesi scientifiche.
Un altro aspetto misterioso è la traiettoria orbitale polare che alcuni oggetti avrebbero seguito negli anni ’50 e ’60, traiettoria che viene considerata “impossibile” per la tecnologia dell’epoca. Anche se questa affermazione, però, è stata successivamente smentita in quanto già negli anni ’60 erano tecnicamente possibili missioni con orbite polari.
Insomma, diciamo che il Black Knight è diventato un vero e proprio simbolo: un’icona dell’immaginario ufologico, costruita più per accostamento narrativo che derivante da prove concrete.
Ma a questo punto, viene da fare una domanda importante. Il Black Knight Satellite esiste davvero?
In effetti, in senso stretto, no. In altre parole, non c’è effettivamente un oggetto con quel nome, riconosciuto in modo unanime dalla comunità scientifica come appartenente ad una razza extraterrestre. Ma anche se non c’è un satellite alieno chiamato Black Knight, resta in piedi un insieme di fatti, teorie e suggestioni che ha alimentato per tanti anni una leggenda affascinante. Una leggenda che è diventata ormai parte della cultura UFO e della cosiddetta archeologia spaziale alternativa.
E, anche se si tratta di una leggenda, del mistero del Black Knight Satellite c’è qualcosa che vale la pena custodire, vale a dire la curiosità, il desiderio di comprendere, la spinta a esplorare ciò che ci sfugge. Perché il Black Knight Satellite, reale o meno, è diventato uno di quei simboli che ci ricordano quanto sia sottile il confine tra ciò che sappiamo e ciò che immaginiamo o che vogliamo immaginare. Un confine che vale sempre la pena indagare.
Grazie per aver ascoltato questa puntata di “UFO: Primo Contatto Alieno”. Io sono Roberto Travagliante e vi invito a iscrivervi al podcast per non perdere i prossimi episodi e a condividere le vostre storie e domande sui canali social o tramite e-mail. In descrizione, ove possibile, troverete il link al sito e ai social, per reperire il materiale collegato (immagini, video e quant’altro), in modo da poter analizzare voi stessi i fatti.
Per il momento ci salutiamo qui. Quindi restate sintonizzati, ci incontreremo di nuovo al prossimo episodio.