Ep. 51 - Il Rapporto del Pentagono del 2021: La Rivelazione è forse imminente?

October 13th at 9:00am Roberto Travagliante

Immaginate un mondo in cui i confini tra ciò che conosciamo e ciò che non conosciamo si assottigliano. Un mondo dove il cielo non è più solo un manto stellato, ma un palcoscenico di fenomeni inspiegabili. Un mondo in cui il governo forse tecnologicamente più avanzato, forse il più influente, ma anche, in alcuni casi, il più segreto del mondo, il governo degli Stati Uniti, ammette ufficialmente di non poter spiegare alcuni degli oggetti che solcano i nostri cieli. Questo mondo non è frutto della fantasia, ma la realtà che il rapporto del Pentagono del 2021 ha portato alla luce, un documento che ha acceso i riflettori su un mistero che da decenni affascina e inquieta l'umanità.

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Ep. 51 - Il Rapporto del Pentagono del 2021: La Rivelazione è forse imminente?

Trascrizione dell'episodio

Immaginate un mondo in cui i confini tra ciò che conosciamo e ciò che non conosciamo si assottigliano. Un mondo dove il cielo non è più solo un manto stellato, ma un palcoscenico di fenomeni inspiegabili. Un mondo in cui il governo forse tecnologicamente più avanzato, forse il più influente, ma anche, in alcuni casi, il più segreto del mondo, il governo degli Stati Uniti, ammette ufficialmente di non poter spiegare alcuni degli oggetti che solcano i nostri cieli. Questo mondo non è frutto della fantasia, ma la realtà che il rapporto del Pentagono del 2021 ha portato alla luce, un documento che ha acceso i riflettori su un mistero che da decenni affascina e inquieta l'umanità.

Ciao a tutti, audaci esploratori dell’ignoto, e benvenuti a questa nuova puntata di “UFO: primo contatto alieno”, il podcast dove parliamo dei misteri legati alle apparizioni degli UFO e dove diamo libero sfogo alle domande che ci portano oltre ciò che conosciamo e oltre il cielo che vediamo. Quelle domande sui fenomeni che non riusciamo ancora a spiegare, ma che neanche possiamo ignorare.

Io sono Roberto e oggi ci immergiamo nel cuore di un documento che ha scosso il mondo dell’ufologia: mi riferisco al rapporto del Pentagono sugli Unidentified Aerial Phenomena, o semplicemente UAP. Un documento che ha ufficialmente portato il fenomeno ufo all'attenzione del mondo intero.

È il 25 giugno 2021 e il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti rilascia un rapporto tanto atteso quanto controverso. In pratica, dopo anni di speculazioni, di apparenti cover up aliene, di teorie cospirazioniste e via dicendo, il governo americano decide di rilasciare un rapporto che riporta il risultato di anni e anni di testimonianze di piloti militari e ammette ufficialmente di aver registrato 144 avvistamenti di UAP tra il 2004 e il 2021.

E di questi 144 avvistamenti, 80 hanno riguardato l’osservazione o il rilevamento da parte di più strumenti.

Com’è facile comprendere, si tratta di un'ammissione che apre un vaso di Pandora, alimentando il dibattito e le speculazioni sulla natura e l'origine di questi fenomeni.

Ma cosa sono questi UAP? Per UAP si intendono quegli oggetti che sfidano le leggi della fisica, che si muovono a velocità incredibili, che compiono manovre impossibili per la tecnologia umana. In pratica, quegli oggetti che si pensa possano essere il segno dell’esistenza di una civiltà extraterrestre, o comunque, di una tecnologia a noi sconosciuta. Il rapporto stesso sottolinea la difficoltà di classificare questi fenomeni, ammettendo che molti di essi non rientrano in nessuna categoria conosciuta.

In merito agli UAP, il rapporto del Pentagono non riesce a fornire risposte definitive, ma apre uno spiraglio su un mondo di possibilità. In particolare, alcuni UAP sembrano mostrare caratteristiche aerodinamiche che vanno oltre le capacità dei nostri aerei. Ad esempio, si muovono a velocità ipersoniche senza produrre boom sonici, oppure cambiano direzione istantaneamente, o si immergono negli oceani e riemergono a velocità vertiginose, sfidando le leggi della fisica che conosciamo. Tutte queste caratteristiche hanno portato nel tempo alcuni a ipotizzare che gli UAP possano utilizzare tecnologie di propulsione avanzate, o addirittura sconosciute alla scienza moderna.

Le testimonianze dei piloti militari poi, sono agghiaccianti. Descrivono oggetti che appaiono dal nulla, che li seguono, che li sorpassano a velocità inimmaginabili. Ad esempio, un pilota racconta di aver visto un UAP accelerare da fermo a velocità ipersonica in un istante, scomparendo nel nulla. Un altro pilota invece descrive un oggetto che si immerge nell'oceano a una velocità tale da non lasciare alcuna scia, per poi riemergere e sparire nel cielo in pochi secondi. Queste testimonianze, provenienti da professionisti addestrati e affidabili, aggiungono un ulteriore livello di mistero e credibilità al fenomeno UAP.

E la particolarità di questo rapporto del Pentagono è il fatto che esso non esclude la possibilità di un’origine extraterrestre per alcuni di questi UAP. E ammette che alcuni fenomeni rimangono inspiegabili, e sfidano la nostra comprensione della fisica e della tecnologia. Un'ammissione che ha alimentato le speranze di coloro che credono nell'esistenza di vita extraterrestre, e che ha aperto la strada a nuove indagini e ricerche scientifiche.

Inutile dire che questo rapporto ha scatenato un dibattito a livello globale. Infatti, scienziati, politici, militari e appassionati di UFO continuano ad interrogarsi sulla natura di questi fenomeni. Cosa sono gli UAP? Da dove vengono? Qual è il loro scopo? Le risposte a queste domande potrebbero cambiare la nostra visione del mondo e del nostro posto nell’universo. E il rapporto del pentagono, ha portato all'attenzione di tutti, che queste domande, sono più che legittime.

Non solo, il rapporto ha evidenziato anche come sia difficile in generale raccogliere informazioni sugli UAP, per tutta una serie di motivi, alcuni di carattere tecnico, ma altri di natura comportamentale. Ad esempio, il rapporto ha preso atto della complessità tecnica nel distinguere i disturbi radar che potrebbero portare alla rilevazione di un UAP. Testualmente, infatti, il rapporto recita che (tradotto in italiano, perché ovviamente è scritto in lingua inglese) “I sensori montati sulle piattaforme militari statunitensi sono in genere progettati per soddisfare missioni specifiche. Di conseguenza, tali sensori non sono generalmente adatti per identificare gli UAP.”

Inoltre, il rapporto afferma che i punti di osservazione dei sensori, degli strumenti di rilevazione, oltre che il numero dei sensori stessi che osservano contemporaneamente un oggetto, svolgono un ruolo sostanziale nel distinguere un UAP da oggetti noti e nel determinare se un UAP dimostra capacità aerospaziali innovative. E sotto questo aspetto distingue i sensori di natura ottica, che forniscono informazioni su forma, dimensione, struttura, colore, ecc., dai sensori che usano le radiofrequenze e che consentono di determinare velocità e portata degli oggetti.

Ma dicevamo, vi sono anche ostacoli di natura comportamentale, per la rilevazione degli UAP. Infatti, i racconti degli aviatori, così come quelli degli analisti militari e dell’intelligence, evidenziano il fatto che osservare un UAP, segnalarlo o anche solo discuterne con i colleghi sia spesso visto con disapprovazione. E il rapporto evidenzia che, nonostante questo atteggiamento sia in diminuzione per via del crescente interesse pubblico mostrato da figure autorevoli della comunità scientifica, politica, militare e dell’intelligence, il timore di danneggiare la propria reputazione continua a indurre molti testimoni al silenzio, ostacolando così il progresso della ricerca scientifica in questo campo.

In definitiva, cosa dire, si tratta di un rapporto davvero interessante, che vi consiglio vivamente di leggere, perché contiene diversi spunti. Non è particolarmente lungo, ma è denso di concetti che aprono interrogativi profondi e che offrono una panoramica ufficiale comune a decine di episodi documentati. Inoltre, è secondo me un’occasione unica per toccare con mano il cambiamento di approccio delle istituzioni verso un tema che per troppo tempo è stato relegato ai margini. Ovviamente, trovate il link al rapporto completo nella descrizione di questo episodio.

Il rapporto del Pentagono è solo un elemento di un viaggio costante verso l’ignoto, un viaggio che ci porta a esplorare i confini della nostra conoscenza e a confrontarci con l’idea che vi sia dell’altro, oltre ciò che sappiamo. Questo documento non è un resoconto di avvistamenti, ma un invito a mettere in discussione le nostre certezze, a esplorare ciò che giace oltre i confini del conosciuto. E ci spinge a considerare la possibilità che la nostra comprensione della realtà sia incompleta, e che esistano fenomeni e tecnologie che sfuggono alla nostra attuale comprensione.

E questo viaggio non è solo per gli scienziati o i militari o gli altri addetti ai lavori. È un viaggio per tutti, per ogni essere umano che abbia mai guardato il cielo notturno e si sia chiesto se ci fosse qualcun altro là fuori. Il rapporto del Pentagono ha aperto un dialogo globale, un dialogo che coinvolge scienziati, filosofi, artisti, e ogni persona che si interroga sul significato della nostra esistenza nell'immensità del cosmo.

Perché, in fondo, la domanda sugli UFO è una domanda sulla nostra stessa umanità. Cosa significherebbe avere la conferma definitiva del fatto di non essere soli? Come cambierebbe la nostra società, la nostra cultura, la nostra spiritualità? Queste sono solo alcune delle domande che il rapporto del Pentagono ci invita a considerare.

Grazie a tutti voi per aver ascoltato questa puntata del podcast “UFO: primo contatto alieno”. Io sono Roberto e vi invito a iscrivervi al podcast, per non perdere i prossimi episodi e a condividere le vostre storie e domande sui canali social o tramite e-mail. In descrizione, ove possibile, troverete il link al sito e ai social, per reperire il materiale collegato (immagini, video e quant’altro), in modo da poter analizzare voi stessi i fatti.

La prossima settimana ci addentreremo in un nuovo capitolo di questo affascinante mistero. Quindi, restate sintonizzati, noi ci ritroviamo qui, al prossimo episodio.

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Roberto Travagliante