Ep. 35 - Possiamo trovare gli Alieni con l'Intelligenza Artificiale?

April 14th at 9:00am Roberto Travagliante

Riuscite a pensare ad un’intelligenza così tanto avanzata da riuscire a distinguere un segnale alieno nel bel mezzo del caos cosmico? Oppure, capace di fornire informazioni sugli UFO semplicemente analizzandone un video, meglio di come farebbe un umano? O ancora, un’intelligenza in grado di decifrare in modo definitivo un messaggio proveniente da un’altra civiltà? L’intelligenza artificiale sta rivoluzionando il nostro modo di esplorare l’universo e potrebbe essere la chiave per rispondere finalmente a una delle domande più antiche dell’umanità: siamo soli nell’universo?

Oggi esploreremo come l’Intelligenza Artificiale potrebbe aiutarci a scoprire, comprendere e forse persino trovare modelli o scovare pattern utili per comunicare con gli alieni.

Materiale di approfondimento

Link al Progetto Breakthrough Listen, condotto dalla University of California, Berkeley. Uno dei progetti che hanno utilizzato la IA per cercare segnali radio potenzialmente artificiali, provenienti da civiltà extraterrestri. LINK Breakthrough Listen

Ascolta l'episodio

Ep. 35 - Possiamo trovare gli Alieni con l'Intelligenza Artificiale?

Trascrizione dell'episodio

Riuscite a pensare ad un’intelligenza così tanto avanzata da riuscire a distinguere un segnale alieno nel bel mezzo del caos cosmico? Oppure, capace di fornire informazioni sugli UFO semplicemente analizzandone un video, meglio di come farebbe un umano? O ancora, un’intelligenza in grado di decifrare in modo definitivo un messaggio proveniente da un’altra civiltà. Pensate sia fantascienza? Beh, forse non per molto. Infatti, l’intelligenza artificiale sta rivoluzionando il nostro modo di esplorare l’universo e potrebbe essere la chiave per rispondere finalmente a una delle domande più antiche dell’umanità: siamo soli nell’universo?

Ciao a tutti, audaci esploratori dell’ignoto, e benvenuti a questa nuova puntata di “UFO: Primo Contatto Alieno”, il podcast dove parliamo dei misteri legati alle apparizioni degli UFO e dove diamo libero sfogo alle domande che ci portano oltre ciò che conosciamo e oltre il cielo che vediamo. Quelle domande sui fenomeni che non riusciamo ancora a spiegare, ma che neanche possiamo ignorare.

Io sono Roberto Travagliante e oggi affronteremo un viaggio al confine tra la scienza e il mistero. Più precisamente, esploreremo come l’Intelligenza Artificiale potrebbe (già da oggi, attenzione) aiutarci a scoprire, comprendere e forse persino trovare modelli o scovare pattern utili per comunicare con gli alieni.

Ma partiamo dall’inizio, perché mettiamo in relazione l’Intelligenza Artificiale con UFO e Alieni? L’Intelligenza Artificiale potrebbe diventare, oltre ad un sistema di supporto in tanti altri campi, anche un validissimo strumento per condurci verso il Primo Contatto?

Per decenni, gli scienziati hanno scrutato il cielo alla ricerca di segnali radio extraterrestri, scandagliando migliaia e migliaia di immagini satellitari e analizzando testimonianze di avvistamenti UFO, sotto tanti aspetti, ad esempio quello psicologico di chi affermava di aver visto un UFO, sotto quello tecnico, laddove venivano descritti movimenti di tipo, per così dire, intelligente. O ancora cercando di comprendere se alla base degli avvistamenti stessi degli UFO potessero esserci altre motivazioni, se potevano essere attribuibili a fenomeni naturali o ad altro…

Ma c’è un elemento critico, dato dall’enorme quantità di dati da osservare e analizzare. In effetti, l’universo è vasto, e di conseguenza i dati da analizzare sono tanti, tantissimi, semplicemente troppi per essere analizzati in maniera ampia e completa da noi esseri umani.

Quindi, come fare a studiare tutti questi dati? Oltretutto si tratta di dati estremamente eterogenei, dati visivi, onde radio, altri dati derivanti da modelli scientifici e/o matematici, che devono essere messi, come dire, a sistema tra di loro. Come si può fare, senza perdersi qualcosa per strada? Ecco che entra in gioco l’Intelligenza Artificiale.

I progressi dell’AI stanno rivoluzionando quindi anche il modo in cui cerchiamo la vita extraterrestre. Infatti, negli ultimi anni gli algoritmi di deep learning si sono evoluti notevolmente e oggi i tempi appaiono maturi per impiegarli anche nel campo della ricerca. Ma vediamo bene di cosa si tratta: gli algoritmi di deep learning sono modelli computazionali ispirati al funzionamento del cervello umano, vale a dire basati su reti neurali artificiali, in cui una serie di nodi detti appunto neuroni artificiali, caratterizzati da più livelli (o strati), sono messi in relazione con lo scopo di rilevare elementi di similitudine, o meglio pattern, per apprendere e comprendere al meglio delle rappresentazioni complesse di dati.

Le possibilità offerte dal deep learning derivano dal fatto che si tratta di algoritmi capaci di analizzare enormi quantità di dati in tempi rapidissimi. Ma questo non è l’unico potenziale. Infatti, questi algoritmi sono anche in grado di individuare pattern che sfuggono all’occhio umano e persino riuscire potenzialmente a distinguere segnali di origine naturale da quelli potenzialmente artificiali.

Uno degli ambiti più promettenti è il progetto SETI (il Search for Extraterrestrial Intelligence), che da decenni ascolta lo spazio profondo in cerca di trasmissioni radio anomale. In particolare, nel 2023, un team di scienziati ha utilizzato il machine learning per riesaminare vecchi dati raccolti dai radiotelescopi e il risultato è stato sorprendente. Infatti, il sistema di deep learning ha identificato otto segnali radio potenzialmente anomali, che erano stati ignorati nel corso delle analisi precedenti, svolte con i metodi tradizionali.

Precisiamo che questi segnali non hanno ancora una spiegazione definitiva, quindi non è detto che provengano da una civiltà aliena. Ciò nonostante, tutto questo dimostra una cosa: che la IA può essere effettivamente in grado di scoprire dettagli che gli esseri umani trascurano o non riescono a cogliere.

Ma l’AI non è attualmente utilizzata solo per cercare segnali dallo spazio. Infatti, essa può anche analizzare gli avvistamenti UFO qui sulla Terra. In merito, dobbiamo tener presente che anche il Pentagono, per esempio, ha recentemente iniziato a impiegare algoritmi di intelligenza artificiale per analizzare video e immagini di presunti UAP (Unidentified Aerial Phenomena).

Questi algoritmi sono generalmente in grado di riconoscere, ad esempio, oggetti volanti con caratteristiche non convenzionali, come pure di distinguere elementi caratteristici dei droni e di distinguerli da possibili aerei sperimentali o altri velivoli. E poi, sono in grado di creare modelli predittivi su dove e quando potrebbero verificarsi nuovi avvistamenti. Ovviamente, in questa veste l’intelligenza artificiale non rappresenta il sostituto di un veggente o di uno stregone, ma piuttosto si tratta di uno strumento utile ai fini statistici per concentrare l’attenzione verso zone del cielo che appaiono particolarmente attive da questo punto di vista.

Quindi, l’intelligenza artificiale può darci un punto di vista nuovo, permettendoci di distinguere gli UFO reali dagli errori di percezione o dalla tecnologia terrestre avanzata e, di conseguenza, potrebbe essere l’arma segreta per confermare l’esistenza di oggetti provenienti da luoghi remoti dell’universo.

Ma veniamo anche ad un altro aspetto in cui l’intelligenza artificiale potrebbe risultare rivoluzionaria, vale a dire la possibilità di decifrare un messaggio alieno, o meglio, prima di questo, la possibilità di riconoscere un messaggio alieno.

In altre parole, se un giorno dovessimo ricevere un segnale alieno, come potremmo capirlo?

Il problema della comunicazione interstellare è enorme: infatti, una civiltà extraterrestre potrebbe avere, anzi certamente avrebbe un linguaggio completamente diverso dal nostro. Pensiamo semplicemente ai diversi linguaggi presenti sulla Terra. E non mi riferisco soltanto alle diverse lingue, italiano, inglese, francese, cinese, e così via. Ma parlo anche dei linguaggi utilizzati dalle diverse specie animali presenti sul nostro pianeta.

E su questo vale la pena di riflettere. Infatti, già se limitiamo il discorso alla sola razza umana, vediamo che essa utilizza centinaia di linguaggi e migliaia di idiomi differenti, con le complessità comunicative che conosciamo bene. Se poi includiamo le diverse specie animali presenti sulla Terra, notiamo come i sistemi di comunicazione risultino completamente diversi. Senza scomodare specie animali particolari, pensiamo a quelle più comuni: ad esempio, un cane comunica privilegiando comunicazioni di tipo gestuale piuttosto che linguistico, sebbene alcuni studi abbiano dimostrato che mediamente un cane è in grado di apprendere circa una quarantina di parole. Un pipistrello comunica principalmente con versi e suoni, alcuni dei quali non percepibili dall’uomo, per esempio quelli sopra i 20 kHz, gli ultrasuoni. Allo stesso modo, gli elefanti utilizzano suoni a bassissima frequenza, impercettibili dall’uomo senza determinate apparecchiature.

Potremmo fare tanti altri esempi, ma se ci pensiamo, l’elemento comune è questo: se già con le specie viventi presenti sulla terra possiamo riscontrare problemi immensi nel semplice riconoscimento di una comunicazione, come facciamo a rilevare e a riconoscere un segnale da parte di una possibile razza che non appartiene neanche a questo pianeta?

Ecco la sfida che si pone per l’intelligenza artificiale. Con la sua grande capacità nel riconoscimento di pattern, l’intelligenza artificiale può mostrare maggiori capacità di riconoscere e, chissà, anche di tradurre segnali e sistemi di comunicazione perfettamente sconosciuti.

In questo senso, l’AI è già stata utilizzata con ottimi risultati per cercare di effettuare traduzioni di linguaggi antichi e se una rete neurale può tradurre una lingua umana perduta nel tempo, potrebbe teoricamente anche essere in grado di individuare schemi logici in un messaggio alieno, riconoscere concetti universali come matematica e fisica, e persino suggerire una risposta.

Ma c’è un’ipotesi ancora più affascinante: e se gli alieni stessero già usando l’Intelligenza Artificiale?

Se una civiltà extraterrestre avanzata esistesse, è possibile che abbia sviluppato un’intelligenza artificiale, ovviamente una SUA intelligenza artificiale, molto più potente della nostra, basata su propri modelli linguistici e comunicativi, magari messi in connessione con i nostri? Potremmo essere già stati contattati senza saperlo?

Alcuni teorici suggeriscono che alcuni segnali radio anomali captati nel cosmo potrebbero essere in realtà dei messaggi automatici, inviati da una Intelligenza Artificiale aliena in cerca di altre forme di vita. Perché probabilmente l’interesse verso la scoperta o lo studio di altre civiltà non è una prerogativa della sola specie umana, ma potrebbe anche costituire una caratteristica di altre specie extraterrestri.

E in questo senso, potremmo già essere stati individuati da altre specie aliene e gli UFO potrebbero essere dei droni autonomi intelligenti inviati per esplorare la Terra, applicando una intelligenza artificiale di natura aliena, in grado di analizzare i parametri di interesse della specie, come per esempio per la nostra civiltà: la presenza di acqua, ossigeno e carbonio. Dopo tutto, noi inviamo sonde su Marte o in giro qua e là… Quindi, perché una civiltà più avanzata non dovrebbe fare lo stesso?

Comunque, ciò che è certo è che l’Intelligenza Artificiale sta aprendo nuove strade e possibilità eccezionali, per ciò che concerne la ricerca della vita extraterrestre. Dall’analisi di segnali cosmici all’individuazione di UFO nei nostri cieli, fino alla possibile decifrazione di messaggi alieni, il futuro del primo contatto ufficiale con una razza extraterrestre potrebbe non dipendere da noi… ma da una macchina.

Forse la risposta alla domanda “siamo soli?” non verrà trovata da un astronauta, ma da un algoritmo.

E voi, cosa ne pensate? L’Intelligenza Artificiale potrà diventare determinante in questa ricerca?

Grazie per aver ascoltato questa puntata di “UFO: Primo Contatto Alieno”. Io sono Roberto Travagliante e vi invito a iscrivervi al podcast per non perdere i prossimi episodi e a condividere le vostre storie e domande sui canali social o tramite e-mail. In descrizione, ove possibile, troverete il link al sito e ai social, per reperire il materiale collegato (immagini, video e quant’altro), in modo da poter analizzare voi stessi i fatti.

E ricordate: il cosmo è vasto, ma la nostra curiosità è la chiave che prima o poi ci porterà oltre il nostro piccolo angolo di universo. Alla prossima!

Roberto Travagliante